L’estate si appresta a finire e un trend preoccupa esperti e pedagogisti: andare in vacanza insieme, anche se c’è stata una separazione nella coppia, “può destabilizzare i figli”. A sostenerlo è il pedagogista Daniele Novara, fondatore e direttore del Centro Psico Pedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (Cpp), che si è espresso sul tema dei viaggi per i nuclei familiari che si sono ormai sciolti, ma – per il “bene dei figli” – continua a trascorrere del tempo insieme.
Siamo sicuri sia la scelta giusta? Scopriamo come stanno andando le vacanze italiane, le separazioni e i divorzi e perché, quando ce lo si può permettere, partire insieme anche se non ci si ama più, potrebbe rappresentare un problema.
Genitori separati in vacanza insieme
“Che sia una pizzata o una vacanza, il risultato è lo stesso: confusione rispetto al bisogno di chiarezza che tutti i bambini necessitano per gestire una situazione in cui loro pensano di avere una responsabilità – ha spiegato l’esperto -. Confusione che si trasforma in serio contraccolpo quando, finto il momento, ognuno torna separatamente nella propria casa”.
Nella sua trentennale esperienza di consulente pedagogico per i genitori, Daniele Novara ha imparato che la “chiarezza nella separazione è sempre stato il principio fondante e il baricentro per una gestione che permetta ai figli di non essere coinvolti in una decisione che riguarda la coppia sentimentale”.
“Trovo molto equivoco sostenere che i genitori separati con figli o figlie debbano fare vacanze assieme. Questo è un comportamento che cozza contro uno dei più assodati principi nelle separazioni: i figli cercheranno sempre di far rimettere insieme i genitori”, ha aggiunto il pedagogista.
La scelta, spesso, ricade sulla voglia di dare al figlio l’apparenza di avere una famiglia “normale”, quando la condizione di coppie che scelgono di separarsi o divorziare è all’ordine del giorno. Ecco una fotografia della situazione attuale.
Separazioni e divorzi
I dati Istat in tema di matrimoni, unioni civili e separazioni, pubblicati nel 2023 e riguardanti l’anno 2022, evidenziano dei cambiamenti in corso. Nel 2022, in Italia, si sono registrate 89.907 separazioni, con un calo dell’8,2% rispetto all’anno precedente, e 82.596 divorzi, stabili rispetto al 2021 (-0,7%) ma con un calo del 16,6% rispetto al 2016, anno con il picco massimo di divorzi (99.071).
Dal 1970 al 2015, i divorzi sono cresciuti costantemente, con un’impennata nel 2015 (+57,5%) grazie all’introduzione di nuove leggi che hanno facilitato e velocizzato le procedure di divorzio.
Dopo un aumento tra il 2015 e il 2016, i numeri si sono stabilizzati fino al 2019, mentre nel 2020 la pandemia ha avuto un impatto significativo. Nel 2021, la situazione è tornata ai livelli pre-pandemici.
Nel 2022, le separazioni consensuali sono diminuite (-10,5%), con l’83,3% delle separazioni concluse consensualmente, mentre i divorzi consensuali sono stati il 71,5%, in linea con l’anno precedente. Il tasso di divorzi per 1.000 abitanti è stabile a livello nazionale, con la Liguria e la Sicilia in testa (1,6 per mille) e il valore più basso nella Provincia Autonoma di Bolzano (1,0 per mille).
Invece, nei primi otto mesi del 2023 i dati provvisori indicano una nuova diminuzione dei matrimoni (-6,7%) rispetto allo stesso periodo del 2022.
Vacanze italiane
I numeri sopracitati fotografano un panorama italiano relativo all’andamento dei divorzi e delle separazioni. Per quanto riguarda, invece, le vacanze estive, a gravare sulla scelta di partire o meno sono sempre più le condizioni economiche e il caro prezzi dei luoghi di villeggiatura.
Parola d’ordine? Prudenza e risparmio, che si stia insieme oppure no, a una coppia con più figli, la necessità di risparmiare è dettata soprattutto dalla scarsa disponibilità economica, ma anche dall’aumento dei prezzi, specialmente di hotel e ristoranti.
Dal monitoraggio realizzato dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, emerge che una famiglia di quattro persone, composta da due adulti e due minori, spenderà per una vacanza di una settimana in una località balneare ben 6.377,30 euro, il +10% rispetto allo scorso anno. E, riporta ancora Federconsumatori, non va meglio per gli amanti del trekking e della natura per i quali la spesa per un soggiorno della stessa durata in montagna, invece, ammonta a 4.678,84, il +4% rispetto al 2023.
Centri estivi
Non sorprende che molte famiglie, separate e non, abbiamo deciso di non partire o di restare entro i confini territoriali puntano a vacanze brevi e low budget. E i costi elevati non riguardano solo i viaggi, ma anche quelli relativi ai centri estivi per i bambini.
Nel nostro Paese, il costo medio settimanale di un centro estivo per una famiglia che decide di iscrivere il proprio figlio per una settimana a tempo pieno è di 154,30 euro, con un incremento del 9,8% rispetto ai 140,50 euro del 2023. Considerando che il periodo di chiusura delle scuole è di circa 12 settimane, il costo medio che una famiglia dovrebbe sostenere sarebbe superiore a 1.200 euro per 8 settimane, o quasi 1.000 euro per 6 settimane.
Cosa fare?
In sintesi, quando ci si può permettere di partire, è sempre bene tenere presente alcuni avvertimenti. Il primo è rivolgere un occhio al portafoglio. Andare in vacanza può anche significare solamente staccare la spina, non è quindi necessario doversi recare in un luogo altro rispetto a quello in cui si vive.
E anche quando ci si può permettere una viaggio, se la propria relazione con il partner con il quale si hanno avuto dei figli è ormai finita, il consiglio dell’esperto è quello di prediligere viaggi separati. Quale sarebbe il danno? “I genitori continuino a fare i genitori nella condizione della separazione sentimentale senza coinvolgere i figli e le figlie in esperienze che non sono in grado di metabolizzare e che possono destabilizzarli sul piano emotivo – ha concluso Novara -, specialmente quando si accorgono che papà e mamma non sono tornati insieme ma semplicemente avevano bisogno di seguire qualche nuova moda”.