Taxi: niente obbligo di seggiolini auto nel codice della strada all'esame della Commissione Trasporti

Taxi: niente obbligo di seggiolini auto nel codice della strada all’esame della Commissione Trasporti


Il codice della strada è chiaro: in auto i bambini di statura inferiore al metro e mezzo devono viaggiare assicurati ad appositi seggiolini, ma questo non vale sui taxi, dove i seggiolini auto non sono obbligatori. E, non essendo obbligatori, nessuno (o quasi) ce li ha: la risposta che ci viene data più o meno da quasi tutti i tassisti è la seguente: “Il bambino lo può tenere in braccio, la legge lo consente”. Poco importa che il rischio in caso di incidente sia il medesimo che su un’auto privata, dove, se si viene sorpresi con il bimbo in braccio la sanzione va da 81 a 323 euro, e, in caso di recidiva, la sospensione della patente fino a 2 mesi. Ed è giusto, perché in caso di incidente i traumi possono essere fatali, anche a basse velocità. Secondo i dati Aci-Istat nel 2017, 25 bambini tra 0 e 9 anni sono deceduti in auto e più di 6 mila sono rimasti feriti.

In passato ci sono state ben due petizioni da parte di alcuni genitori, di cui una ha raggiunto oltre 18 mila firme in pochissimo tempo, un bel numero con cui Barbara Durand si è rivolta al Comune di Torino, suggerendo, per coprire i costi, di utilizzare lo sponsor di una delle case costruttrici. Dopo vaghe rassicurazioni, niente si è mosso. Tranne la rabbia di alcuni operatori del settore che, ci confida, è esplosa su diversi gruppi Facebook con insulti e minacce. Mirko Damasco presidente dell’associazione Il Salvagente, che si occupa anche di sicurezza stradale, più volte ha sollevato il problema: “E’ una questione culturale, il problema riguarda anche i pullman dove i bambini sotto i tre anni non sono obbligati a indossare le cinture di sicurezza e gli autobus di linea dove -esattamente come nei taxi- non è previsto nessun sistema di ritenuta”. In realtà, non tutti i tassisti sono insensibili al problema: alcune cooperative di radio taxi offrono spontaneamente il servizio su prenotazione e pagando un supplemento, poiché il taxi deve partire attrezzato dalla sede oppure ci deve tornare per ritirare e montare il seggiolino. Ma non è così semplice.

Abbiamo provato a cercare un taxi equipaggiato in tal senso in alcune delle maggiori città italiane: Torino, Milano, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Palermo. Nella capitale, Carlo Corsetti, ex Federtaxi e attuale presidente dell’Associazione Romana Tassisti spiega che a Roma i taxi non forniscono il servizio perché non c’è obbligo di legge e che, casomai, sta ai genitori provvedere. Ad ogni modo, aggiunge un po’ infastidito: “La categoria sta vivendo un momento davvero difficile e parlare dei seggiolini potrebbe essere fuorviante rispetto ai problemi attuali”. A Napoli non ci sono seggiolini sulle vetture, nemmeno a prenotarli in anticipo e nemmeno pagando. Patrizio Nacarlo, segretario di Federtaxi Napoli ironizza: “Qui non ci mettiamo nemmeno le cinture, figuriamoci se usiamo i seggiolini auto” e poi, seriamente, ci spiega: “I seggiolini auto non servono perché a causa del traffico la velocità è bassa e il bimbo può stare in braccio alla mamma, e poi dove li mettiamo? In auto occupano spazio e nel portabagagli danno fastidio”. A Torino invece è possibile, ma costa caro: dalla stazione di Porta Nuova alla centralissima via Po si potrebbe arrivare a spendere anche 30 euro, anziché 10, per cinque o dieci minuti al massimo di tragitto. A Palermo basta riservarlo il giorno precedente pagando “solo” cinque euro in più. Seggiolini auto sono a disposizione a Genova (ma pochi, solo quattro) e pagando il supplemento, mentre nella modernissima Milano nessuno dei tre maggiori servizi di taxi da noi contattati ha soddisfatto la nostra richiesta, anzi, hanno specificato che in città non ne troveremo, tanto si può tenere il bimbo in braccio e che è bene portarselo da casa. A Firenze la situazione è sostanzialmente la stessa, sono disponibili solo delle “alzatine” e solo presso una delle due cooperative che gestiscono il servizio.

Insomma, la sicurezza sembra essere un aspetto secondario.

Eppure, in molti casi il seggiolino auto può salvare la vita dei nostri figli e forse il ministro Toninelli dovrebbe intervenire, come ha fatto per i dispositivi antiabbandono e per la guida al cellulare, ma tant’è: al Ministero dei Trasporti non hanno notizia di provvedimenti in tal senso e alla Camera non c’è traccia di seggiolini auto sui taxi in nessuna delle modifiche al codice della strada che da mercoledì sono all’esame della Commissione Trasporti. Spesso, purtroppo, i provvedimenti arrivano solo dopo tragici episodi di cronaca. Non deve succedere.



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